Roberto Rosati: un CSV sempre più plurale
«Siamo i cuochi degli ultimi, così non ci confondono con quelli che cercano solo le stelle». Così Roberto Rosati, 43 anni, riassume il servizio di volontariato svolto dal Dipartimento Solidarietà Emergenze della Federazione italiana cuochi (Fic), di cui è presidente nazionale dal 2016 e che ha contribuito a fondare, formato da un gruppo di circa 1.000 cuochi pronti a intervenire in caso di calamità naturali e non solo. Infatti in questi giorni sono impegnati a portare aiuti in Ucraina in collaborazione con la Fondazione Giovanni Paolo II: «Sosteniamo circa 200 famiglie preparando e portando pacchi personalizzati con generi alimentari, medicinali di base, giochi, pannolini o pannoloni, anche grazie alle donazioni delle aziende partner e della nostra rete sul territorio», spiega. Nel Lazio il Dipartimento Solidarietà Emergenze della Fic gestisce «dal 2017, 334 giorni all’anno, una mensa per circa 40 senzatetto del Comune di Aprilia (Latina). Poi collaboriamo con diverse associazioni di volontariato, dall’Avis di Sermoneta, all’Onmic (Opera nazionale mutilati e invalidi civili) e alla Croce Rossa», aggiunge.
In ambito nazionale, «operiamo in connessione con il Dipartimento di Protezione civile, siamo una delle 60 associazioni accreditate», precisa Rosati, che lavora come direttore della ristorazione di due ville per ricevimenti sul lago di Castel Gandolfo (Roma). Da oltre 20 anni la passione per il volontariato ha camminato sempre di pari passo con la professione: «Tutto è cominciato con la richiesta di un’associazione di Sezze Scalo, che chiese a me e ad altri colleghi di supportarli nella Sagra del Carciofo; la raccolta fondi era destinata al Padiglione oncologico “Giorgio Porfiri” dell’Ospedale S. Maria Goretti di Latina. Da allora abbiamo supportato tante altre associazioni e poi ci siamo strutturati in rete. Ora siamo anche referenti in Europa della World chefs without borders».
Continuano gli approfondimenti in vista del rinnovo delle cariche del CSV Lazio. In una prima fase, a partire dai presidenti dell’unificazione e attraverso i pareri e le opinioni dei principali stakeholder del CSV, abbiamo voluto dare il quadro di cosa sia oggi il CSV Lazio e quali siano i principali assi strategici della sua azione, le prospettive future, i punti di forza e le criticità. Con Roberto Rosati prosegue la serie di contributi dedicata ai candidati al nuovo Direttivo CSV Lazio.
Quale motivazione l’ha spinta a candidarsi per il rinnovo delle cariche del CSV Lazio?
«Nel 2023 scadrà il mio mandato come presidente nazionale del Dipartimento Solidarietà Emergenze della Fic, quindi avrò ancora più tempo libero per dedicarmi al CSV. Essendo un ambiente sano, cresciuto in maniera limpida, ho pensato di dare anche il mio contributo per farlo continuare a essere utile e prezioso».
Quale esperienza ha avuto del Centro di Servizio del Lazio negli ultimi anni?
«Un’esperienza di stretta collaborazione, sia come volontario sia come presidente della Conferenza regionale del Volontariato del Lazio (dal 2010 al 2013) e vicepresidente dal 2013 al 2016 dell’Osservatorio regionale del Volontariato del Lazio. In tanti momenti cruciali, in cui sono state promulgate o modificate diverse leggi, le nostre associazioni sono state sempre supportate a livello organizzativo e gestionale, anche nel cambio degli statuti. Ho trovato sempre grande collaborazione a tutti i livelli. E prima del 2010, quando ero volontario presso Nereo Volontari di Protezione civile ad Ardea e poi presidente dell’associazione R2 Executive team, il CSV ci ha messo a disposizione il suo staff competente e puntuale, che ha portato a un’evoluzione del volontariato nella regione».
Che opinione ha del CSV Lazio, in quanto utente dei servizi e in quanto osservatore/partecipante agli orientamenti politici e organizzativi?
«Da utente ho un’opinione molto positiva: come dicevo, ci hanno sempre supportato nelle fasi amministrative e gestionali, oltre che negli aggiornamenti legislativi. A livello politico, trovo equilibrata la posizione del CSV: ha fatto sì che non avvenissero scontri con le istituzioni. Si è arrivati alla discussione di modifiche di legge con la giusta preparazione e con un atteggiamento propositivo, che ha ottenuto risultati».
Quali questioni ritiene prioritarie per il CSV Lazio nei prossimi anni?
«Il mio programma elettorale è molto semplice, mi esprimo su due punti: anzitutto favorire la crescita con l’adesione di nuove associazioni al CSV Lazio, in particolar modo delle associazioni del terzo settore presenti nelle province. Il CSV oggi conta 110 associazioni su un bacino di circa 3mila entità fra ex OdV e APS. Vorrei adoperarmi perché ne entrino altre, favorendo così una pluralità di idee per interpretare ancor meglio le esigenze dei territori che compongono la nostra regione. In secondo luogo, punto a impegnarmi per far ripartire gli organi di volontariato all’interno della Regione Lazio, cercando di reimpostare – oltre alla Conferenza regionale del Volontariato – anche l’Osservatorio regionale, o comunque trovando spazi di rappresentanza validi, di pari importanza e pragmatismo».
Rimandiamo alle interviste a: Paola Capoleva e Renzo Razzano; Chiara Tommasini; Lorena Micheli; Roberto Giusti; Riccardo Varone.
Le interviste agli altri candidati: Carla Messano, Carlo Quattrocchi , Andreina Ciogli, Danilo Chirico, Vincenzo Carlini, Maurizio Vannini
Articolo di Laura Badaracchi su “Reti Solidali“