Latina, Dress for Success: guidare le donne all’indipendenza economica
Ci sono abiti donati da Fendi, da Brunello Cucinelli e da Burberry solo per citare alcuni dei marchi più conosciuti nel mondo che hanno deciso di contribuire alla causa di Dress For Success Rome, organizzazione no profit che ha la missione di aiutare le donne a raggiungere l’indipendenza economica assistendole nella ricerca di un lavoro adatto a loro. Anche dotandole di un abbigliamento professionale con cui affrontare, per esempio, il colloquio o la settimana lavorativa. E in via Sacida, a Campoverde di Aprilia, una volontaria ha messo a disposizione un locale trasformato oggi in un grande e fornitissimo armadio.
Un’idea nata nel 1997 negli Stati Uniti, estesa in 30 Paesi in tutto il mondo e che Francesca Jones nel 2017 ha deciso di esportare a Roma dove l’organizzazione opera da alcuni anni in un raggio di azione di circa 80 chilometri. Naturale l’estensione al territorio della provincia di Latina dove il bisogno esiste.
«C’è molto, molto da fare. Dal 2017 abbiamo seguito circa quasi 300 donne», spiega Teresa Ferrarese, co-fondatrice, Segretaria generale di Dress for Success Rome e tesoriera. «Crediamo nelle donne e sosteniamo la loro indipendenza economica e sociale. Immaginiamo un mondo in cui le donne siano trattate con rispetto e dignità e una società che riconosca il loro talento e il loro valore anche nel contributo professionale che possono dare».
Si parte dalla scoperta di sé
Ma che cosa si deve fare prima di vestirsi per il successo? «Prima di tutto c’è l’accoglienza e l’orientamento, per aiutare le donne nella ricerca di un impiego sostenendone prima di tutto la ricostruzione della personalità con l’aiuto di professionisti che operano per l’organizzazione in maniera volontaria. La parte peculiare riguarda invece la fase successiva: quando la donna trova un lavoro, le regaliamo un outfit come dice il nostro nome, vestite per il successo. Anche durante la pandemia non ci siamo mai fermate: le consulenze di immagine sono state fatte on line e l’outfit spedito», aggiunge Teresa Ferrarese.
Molte donne, di diverse età e condizioni sociali e di vita, quando bussano nella sede romana di Dress for Success (al civico 13 di Via Nicolò Odero) non credono più in sé stesse, non sanno da dove cominciare o ricominciare. Non conoscono i propri talenti, non sanno dove e come cercare lavoro.
«Non bisogna pensare che siano solo persone con problemi economici. Spesso sono donne che hanno perso il lavoro a causa di una maternità, o, di recente, a causa della pandemia e si vogliono rimettere in gioco, ma hanno un’età in cui è difficile farlo. Spesso queste donne escono con un curriculum molto diverso da quello con cui sono arrivate da noi, magari pronte per creare una start up». A questo punto, come avviene nei circoli virtuosi, una volta raggiunto l’obiettivo, diventano a loro volta volontarie.
«Mediamente seguiamo 40-50 donne l’anno, quelle che ci chiamano per chiedere aiuto hanno dai 18 ai 60 anni e per ognuna di loro studiamo il percorso più adatto cominciando dall’accoglienza con un primo colloquio», racconta la vicepresidente Rosalba Saltarelli che è anche la responsabile del career center. «Ma è bene sapere che non siamo un ufficio di collocamento. Il percorso di accompagnamento, di scoperta di sé stesse deve portare all’indipendenza anche nella ricerca dopo che siano stati forniti gli strumenti giusti. Se per esempio vediamo che ci sono delle carenze a livello di formazione, doniamo percorsi formativi. Alla fine l’80% si ricolloca».
I prossimi passi
Che in Italia manchi un sistema chiaro di politiche attive per il lavoro, non è un segreto ed è qui che si inserisce l’impegno di Dress for Success: «È fondamentale saper costruire un curriculum basato sulle reali competenze e avendo davanti un obiettivo professionale. C’è inoltre molta solitudine tra le donne e mancano i canali che possono aiutarle a risolvere le loro problematiche».
C’è un passo in avanti compiuto proprio in questi giorni: la stipula di contratti con due Agenzie per il Lavoro. «Una conclusione che aspettavamo da tanto, ottenuta grazie ad un team consolidato e dopo quattro anni e mezzo di duro lavoro. Un canale ufficiale in cui ricollocare immediatamente le nostre beneficiare, anche grazie ai contratti Generazioni e Garanzia Giovani, ma anche per effettuare stage retribuiti, per fare orientamento e formazione. I nostri volontari in questo modo potranno essere remunerati dalla Regione Lazio, un modo per alimentare anche la fiammella di questo impegno volontaristico e potersi assicurare la prosecuzione su basi più solide», conclude Rosalba.
Sulla pagina Facebook parlano dell’Organizzazione anche tante storie personali raccontate per dare coraggio ad altre donne. «Scriveteci a [email protected] noi rispondiamo immediatamente».
Articolo di Roberta Sottoriva su “Reti Solidali“