La Voce Umana: spettacolo del laboratorio teatrale di Asinitas
La Voce Umana: è questo il titolo dello spettacolo esito del laboratorio di teatro comunitario condotto per Asinitas da Bartolini/Baronio.
Appuntamento per lunedì 26 giugno al Nuovo Teatro Ateneo della Sapienza di Roma alle ore 17:00
La voce umana è lo spettacolo del nuovo laboratorio di teatro comunitario nato negli spazi di Asinitas – che sono scuola di italiano la mattina e teatro il pomeriggio – nei quali si è indagata la voce come strumento di relazione e conoscenza tra persone italiane e persone straniere che stanno imparando una nuova lingua attraverso il corpo e le emozioni.
Lo spettacolo porta in scena un gruppo di 24 persone eterogeneo per età (16/76 anni), provenienza geografica e culturale (14 persone di origine straniera, richiedenti asilo, rifugiati e 10 italiane/i) e preparazione artistica (persone alla prima esperienza, dilettanti, allievi di teatro, professionisti) che hanno lavorato insieme per 6 mesi in un’ottica di teatro comunitario o di teatro sociale d’arte.
Lo spettacolo “La voce umana” è la storia di una voce, della sua infanzia, delle sue radici, delle ferite e delle gioie, di quello che non si può dire e di cosa sta aspettando di essere detto. É la storia di molte voci che sono una voce. È un archivio sonoro vivente che attraversa il tempo, conserva le tracce della memoria, ci parla del presente, e allo stesso tempo ci indica una strada per il futuro. La storia di questa voce si fa paesaggio attraverso lo spazio, i corpi, le parole, le immagini e i suoni che la abitano.
Abbiamo immaginato il viaggio di questa voce come fosse il viaggio di una persona. La drammaturgia è composta dei testi scritti da ogni partecipante, tracce di momenti biografici e di pensieri sul mondo. É un viaggio che passa attraversa la memoria a partire dall’infanzia: la mia voce di bambino com’era? Quali voci sono state importanti nella mia vita? Come suona la sua voce? che paesaggi abita? Da dove proviene?
Si è lavorato con la voce nuda nello spazio, con il microfono che apre paesaggi sonori intimi e che esplora dimensioni impreviste della voce e dei suoi ricordi, e poi con una scena che diventa casa per le immagini che nascono dall’uso della lavagna luminosa che costruisce in tempo reale scenografie oniriche e senza tempo, luoghi nascosti dentro di noi o nelle piccole cose della natura, sogni, ombre, ma anche qualcosa di noi proiettato in avanti nel futuro. Cosa farai da grande? Per cosa vale la pena vivere, essere qui? Forse per raccogliere le parole, i colori del mondo e darle poi agli altri, perché altrimenti alla fine rimarremo senza nulla da dirci come diceva il topolino Federico nella favola di Leo Lionni. La voce umana è un dono, lo portiamo con noi in questo viaggio da fare insieme per dire a chi sta dall’altra parte del filo “ascolta come mi batte forte il tuo cuore”.