La deportazione del 4 gennaio 1944
L’avvento nazifascista colpì ferocemente la capitale Roma nel 1943¸ riducendola in condizioni spaventose¸ regnava ormai la paura¸ il panico¸ la miseria¸ ormai tutto era dominato da uno squallore senza precedenti.
Ricordiamo il vile attacco della razzia del 16 ottobre¸ con la cattura e la deportazione degli ebrei di Roma¸ con un’operazione chirurgica già sperimentata a Parigi nel 1942.
Tale operazione fu preceduta dalla famosa raccolta dei 50 kg di oro¸ dove l’allora Comandante della polizia tedesca di Roma Herbert Kappler convocò nei suoi uffici i vertici della Comunità Ebraica¸ in particolare il Presidente della Comunità Israelitica di Roma Ugo Foà ed il Presidente delle Comunità Israelitiche italiane¸ Dante Almansi. Durante questo incontro Kappler sottolineò che “Noi tedeschi vi consideriamo unicamente ebrei e come tali nostri nemici¸ i peggiori nemici contro i quali stiamo combattendo” aggiunse anche “Non abbiamo bisogno delle vostre vite¸ né di quelle dei vostri figli¸ abbiamo bisogno invece del vostro oro. Entro trentasei ore voi dovete versare cinquanta chilogrammi di oro altrimenti duecento ebrei saranno presi e deportati in Germania”.
Kappler fu molto chiaro nelle sue richieste e nelle intimidazioni che prevedevano¸ prima¸ la deportazione di duecento ebrei romani verso la Germania¸ poi¸ di tutta la comunità ebraica. In cambio dell’oro¸ Kappler promise agli ebrei l’incolumità.
La Comunità Ebraica si mise subito all’opera e riuscì a raccogliere la quantità di oro richiesto¸ per ragioni di sicurezza il Presidente della Comunità Israelitica chiese alla polizia italiana una scorta durante il trasporto al comando della polizia tedesca.
Consegnato l’oro questo fu inviato il giorno seguente alle casse del Reich a Berlino¸ presso il generale Ernst Kaltenbrunner.
Ovviamente il patto di incolumità a favore degli uomini della Comunità Ebraica non solo non fu rispettato ma trovò la sua mutazione nel colpire l’intera popolazione ebraica cosicché il 16 ottobre avvenne l’ordine di rastrellamento degli ebrei di Roma. Prima raccolti al Collegio Militare e poi¸ il 18 ottobre¸ presso la Stazione Tiburtina 1023 persone¸ furono caricate su un treno¸ in vagoni bestiame¸ diretto all’inferno di Aushwitz. Di questi soltanto 16 fecero ritorno a Roma¸ dopo la guerra¸ una sola donna Settimia Spizzichino.
Poi il 22 ottobre del 1943 l’eccidio di Pietralata¸ quando la popolazione ormai stremata dalla fame e dagli stenti¸ insieme ai Partigiani del movimento Bandiera Rossa misero in atto una rivolta¸ che consistette nell’assalire la caserma del Forte di Pietralata¸ dove erano rimaste armi¸ medicine¸ cibo¸ dopo l’8 settembre.
22 Persone furono catturate di queste 9 condannate a morte¸ 10 arrestate e 3 riuscirono a scappare durane il tragitto per essere imprigionati a Casal de’ Pazzi.
La notizia dell’esecuzione fu data il 29 ottobre dalla testata giornalistica Il Messaggero¸ mentre la propaganda fascista delineò tale operazione come la logica conseguenza delle Azioni Partigiane.
Da quel momento a Roma iniziò un crescendo di violenza e di rivolta con la chiara intenzione di liberazione¸ infatti si susseguirono molti episodi di attacchi verso il nemico. Ricordiamo tra l’altro¸ come riportato nel libro¸ Elementi indesiderabili Storia e memoria di un trasporto Roma – Mauthausen 1944 di Eugenio Iafrate a cura di Elisa Guida¸ alcuni momenti di ribellione e resistenza.
Tra le azioni più significative quelle dei molteplici attacchi agli automezzi tedeschi nel cuore della cittภe poi all’inizio di dicembre¸ l’uccisione di un caposquadra della milizia fascista¸ in viale Giulio Cesare da parte dei GAP.
Il 28 dicembre del 1943 Mario Fiorentini attacca¸ da solo¸ il carcere di Regina Coeli per proseguire nei giorni seguenti¸ con azioni da parte dei GAP del nucleo Storto e Pescatore¸ che porteranno alla distruzione di un deposito di carburante presso una tenuta di Palmarola e un centro radio.
Le successioni delle azioni di rivolta stavano aumentando e prendendo piede¸ con attacchi diretti nel cuore della città. Tullio Tamburini¸ allora capo della polizia della RSI¸ il 17 dicembre scriveva al questore di Roma¸ Erminio Roselli¸ che sarebbe stato necessario intraprendere una reazione repressiva.
Molti degli uomini deportati il 4 gennaio furono presi proprio durante queste azioni repressive.
Nel quadro di annientamento dell’oppositore politico e per far avere un duro segnale a quelli della Resistenza¸ la questura di Roma decise di consegnare i prigionieri politici detenuti a Regina Coeli.
Il giorno 4 gennaio dopo le ore 12 furono condotti per poi partire¸ dallo scalo Tiburtino¸ 300 persone¸ definite “Elementi indesiderabili.
Dai documenti risulta che lasciarono Regina Coeli 326 uomini e che a Mauthausen¸ il giorno dopo all’arrivo del 13 gennaio 1944¸ furono immatricolati 257 persone¸ si presuppone che 69 persone riuscirono a scappare. 34 persone¸ probabilmente fuggirono durante il tragitto o la lunga attesa in stazione e che in seguito alla partenza¸ il treno viaggiò lentamente¸ e grazie ad alcune soste a Bologna e l’aiuto di alcuni ferrovieri¸ riuscirono a fuggire altri 35 deportati.
Rimane il dubbio e l’incertezza di un’eliminazione immediata e senza immatricolazione nel Campo di Mauthausen¸ per quelle persone ritenute inabili al lavoro coatto oppure se la loro vita finì in quei nove giorni di viaggio dall’Italia alla Germania o nella sosta fatta nel lager di Dachau.
Va ricordato che il ‘trasporto’ era composto da persone semplici¸ antifascisti appartenenti alla Resistenza contro il nazi-fascismo di quei mesi a Roma tra questi 11 concittadini Italiani di fede ebraica¸ Anticoli Angelo¸ Astrologo Vittorio¸ Di Segni Davide¸ Limentani Mario¸ Moresco Pacifico¸ Pace Renato¸ Salmoni Angelo¸ Sonnino Eugenio¸ Spizzichino Giacomo¸ Vivanti Giacomo¸ Zarfati Giacomino
Dei 292 “sovversivi” partiti da Roma ne sopravvissero solo 61.
Uomini che non avevano commesso alcun reato.
Dal mattinale del 5 Gennaio 1944¸ inviato dalla Questura di Roma al Comando di Forze di Polizia e alla Direzione Generale Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno¸ si legge:
‘Alle ore 20¸40 di ieri dallo Scalo Tiburtino è partito treno numero 64155 diretto a Innsbruck con a bordo n. 292 individui¸ rastrellati tra elementi indesiderabili¸ i quali¸ ripartiti in dieci vetture¸ sono stati muniti di viveri per sette giorni.
Il treno sarà scortato fino al Brennero da 20 Agenti di Pubblica Sicurezza ed a destinazione da un Maresciallo e 4 militari della Polizia Germanica. Durante le ultime 24 ore sono stati rastrellati dalla locale Questura¸ a scopo preventivo¸ n. 162 persone.