Il Sindaco di Roma a Castel Giubileo: qualcosa più di un incontro
Roma, vista da questa porzione piccola e periferica della città, che è Castel Giubileo, non ci è sembrata mai tanto bella e piena di possibilità, come lo scorso venerdì, 17 dicembre. Ma quando abbiamo avuto la conferma dell’arrivo del Sindaco, noi, i cittadini, non avevamo avuto ancora notizia del fatto che la cosa fosse già accaduta altrove. È stato dunque dal Sindaco in persona, e dal suo staff tecnico, che abbiamo ricevuto, nello stesso giorno, le ragioni della visita.
L’evento va collocato tra i primi di una lunghissima serie, perché nelle intenzioni, sue e della Giunta, c’è quella di dedicare tutti i venerdì pomeriggio all’incontro con i cittadini. Non si tratta, come è evidente, di convocare in Campidoglio un pugno di persone in rappresentanza di questo o quel quartiere, ma di raggiungere fisicamente le comunità, nei luoghi di appartenenza.
Una prossimità certamente non estranea al mondo della politica, ma senz’altro meno rituale quando avviene ad elezioni appena vinte e con il successivo appuntamento elettorale lontano ancora un tempo infinito (la bellezza di 1785 giorni… calcolando un percorso netto di 5 anni, meno i 40 giorni già trascorsi).
Chi c’era
Sta di fatto che la delegazione istituzionale che arriva a Castel Giubileo è imponente, tanto da rallentare il traffico, durante gli spostamenti in strada. Gli automobilisti, come da consumata tradizione, suonano il clacson, ignari di suonarlo a sfavore di un Sindaco, 3 assessore capitoline, un presidente di Municipio e 5 tra assessore e assessori dello stesso. Non c’è una volante della Polizia municipale a controllare le auto e, questo, al di là della breve fase di caos, contribuisce a dare un’ulteriore nota poetica ad un incontro, che nulla ha della cerimonia ingessata.
Questa, l’impressionante ed esatta formazione della squadra istituzionale: il già menzionato Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessora alle Politiche sociali del Comune, Barbara Funari; l’assessora ai Lavori pubblici comune di Roma, Ornella Signorini; sempre del Comune, l’assessora alla scuola e al lavoro, Claudia Pratelli (già assessora alla Scuola nel nostro Municipio); Paolo Marchionne, presidente per la seconda volta del III Municipio; Paola Ilari, vice presidente e assessora alla Scuola del III Municipio; Maria Romano, assessora alle Politiche sociali del Municipio; Matteo Zocchi, assessore ai rifiuti e alla gestione del verde municipale; Matteo Pietrosante, assessore ai lavori pubblici e, infine, il riconfermato assessore alla cultura, Christian Raimo (personalità poliedrica, nota ben oltre i confini del Municipio e degli incarichi istituzionali).
La Misericordia di Castel Giubileo
Sono talmente tanti, solo loro, che nei locali della Misericordia di Castel Giubileo non entrano tutti, anche per rispettare le regole del distanziamento.
La sede delle Misericordie costeggia, a pochissima distanza, la Salaria. Al suo interno un appartamento di 70 mq ospita la casa di accoglienza Tartaruga Ohana, realizzata per garantire ospitalità ai pazienti oncologici e trapiantati dell’Ospedale Bambino Gesù, che per motivi economici non possono permettersi un alloggio durante i lunghi periodi di cura. Una sala ed un altro locale sono, invece, destinati alla Misericordia stessa per consentirne le attività: primo soccorso, trasporto malati, banco alimentare per chi ne ha bisogno.
La situazione è simile a quella di tante altre associazioni (almeno tra quelle che possono usufruire di una sede), messe di fronte alla necessità di coprire spese onerose.
Un affitto agevolato con il Comune ma con costi di utenze che assimilano l’associazione ad un esercizio commerciale fanno sì che, accanto all’attività, si debbono tenere costantemente presente i conti che a fine anno devono quadrare, al di là di quanto si possa aver inciso sul benessere di uomini, donne e bambini. Il sindaco ascolta con attenzione Ignazio Maddaloni, governatore di questa Misericordia; rileva l’incongruenza di spese eccessive per chi dovrebbe beneficiare di aiuti e non preoccuparsi di costi, ma, per il momento, non si sbilancia in promesse.
I volontari silenziosi
Tra le divise dei volontari riconosco, solo oggi, molti cittadini della borgata: il “solito” serbatoio di solidarietà che alligna, in silenzio e senza proclami, anche all’interno di una piccola comunità come questa, dove sarebbe facile sbandierare il proprio impegno. Non colgo l’ombra di autocompiacimento, neanche nel governatore che mi ripete a più riprese che lui è “solo Ignazio”. Tanto meno nei componenti che fanno parte anche del Comitato di quartiere, Enrico e Antonio.
Naturalmente la venuta del Sindaco ha rappresentato una chiamata alla presenza, ma per questi volontari c’è un altro motivo per essere qui oggi, dal momento che si ricorda Dionisio Di Vito, compianto fondatore e governatore della Misericordia di Castel Giubileo. Morto un anno fa di Covid, Dionisio ha lasciato in tutti il ricordo di una persona buona e generosa come pochi, tanto che a volere la sua commemorazione in un giorno così speciale è stato lo stesso Comitato di quartiere e i volontari di S. Egidio, sempre attivi e presenti a Castello.
Il Centro Anziani
Nello stesso edificio della Misericordia, trova pure sede il Centro Anziani di Castel Giubileo, oggi associazione di promozione sociale in ossequio alla Riforma e alle nuove linee guida della Regione.
Anche qui, la delegazione entra numerosa a visitare i locali che ospitano l’attività quotidiana. Le richieste del presidente del Centro, Enrico Cola, sono due e precise: il prolungamento dell’orario di accensione dell’impianto di riscaldamento e il ripristino di un cancello secondario, in modo da poter chiudere quello prospiciente la Salaria, almeno nelle ore notturne, per scongiurare che auto estranee possano entrarvi (siamo pur sempre sulla Salaria…).
Il Sindaco, ancora una volta presta attenzione, prende nota e passa richieste e contatti ad Assessori e staff.
Ma non si accontenta: chiede di visitare la cucina della sede, dove lo introduce, insieme al Presidente, Luisa Riccardi, consigliera del Centro Anziani. È lei, la regina di questo luogo, ma non per cliché culturale che vuole la donna relegata ai fornelli, ma perché Luisa è cuoca per professione, oltre che passione, e da questo suo “quartier generale” organizza, compatta e aggrega buona parte della vita del Centro.
Le scuole
Si passa, quindi, a visitare le due scuole, orgoglio della comunità. Prima, la scuola elementare I.C. Carlo Levi, che grazie ai suoi spazi è riuscita a riadattarsi allo tsunami del Covid, modificando e ripensando le aule.
Ritrovo tutto e, su tutti, la maestra Concetta Petrosino, che con sangue freddo ha saputo gestire la transizione, insieme alla referente Donatella Pace e al resto del corpo insegnante. Questa scuola è fatta, soprattutto, da loro e dalla loro esperienza, lunga e rodata, che nel tempo ha dato molti frutti, uno dei quali, oggi, è allestito nel corridoio: un immenso presepe, realizzato interamente dagli alunni della scuola.
Il saluto allegro rivolto dai bambini della I elementare al Sindaco ed all’assessora, Claudia Pratelli, è un tuffo al cuore, insieme alla lettera con cui chiedono la riapertura dell’Asilo nido. La chiusura di questo, avvenuta oramai 10 anni fa per lavori di ristrutturazione, ha inferto un duro colpo all’istituto elementare che ha visto progressivamente diminuire il numero dei suoi iscritti.
La garanzia data dall’Assessora, Claudia Pratelli, è tassativa: a febbraio, le iscrizioni agli asili, includeranno anche questo. Finalmente, la luce si riaccende in una comunità che non può permettersi di perdere servizi e presìdi indispensabili, pena lo scivolamento verso la forma del quartiere dormitorio.
Sono queste le politiche che le periferie chiedono!
Incamerata la promessa, andiamo ancora a scambiarci idee al “Caffettino”, mitico punto di ritrovo per tutti.
Le richieste per il quartiere
Sono ancora molte le cose da ricordare e di cui prendere nota: il parco da ultimare; l’illuminazione contro la prostituzione in strada; la creazione di occasioni di incontro per i giovani; migliorare i collegamenti con i quartieri limitrofi; gli orti sociali nelle aree verdi e, infine, il sogno a occhi aperti di una stazione per Castel Giubileo. Solo sulle ipotesi di passaggi ciclo-pedonali, i progetti sono più di uno, anche perché qui è andata crescendo un’anima ciclistica sempre più forte, grazie anche alle numerose iniziative dell’associazione locale, I cuori matti, che continuano a mietere adesioni e simpatizzanti.
Davanti al tavolo a cui sono seduti, ora, il Sindaco, il mini sindaco e gli assessori si avvicendano, prima, Valeria Magini, rappresentante dell’Associazione China blu, già reduce da una manifestazione sportivo culturale realizzata a settembre, con ottimi risultati. Poi Henry Dordas, referente dell’associazione Playground Castello, nonché membro più giovane del Comitato di quartiere, eletto proprio grazie alla fiducia e all’investitura ricevuta dai ragazzi.
A colpo d’occhio sembra una sessione di laurea, con la commissione da una parte e i candidati dall’altra. Loro, però, sono qui per chiedere: opportunità e spazi adeguati. Valeria ed Henry sono perfetti con lode; i giovani ci sono ed hanno voglia di partecipare.
Sono passate quasi 4 ore, eppure, prima di andare, l’ultimo saluto è per le famiglie sfollate, dopo la frana di parte della collina, avvenuta quasi 3 anni fa. Qui le promesse di rimessa in sicurezza sono d’obbligo.
Il Sindaco e la sua foltissima delegazione ci lasciano non senza aver ricevuto da Luca Di Vito, presidente del Comitato di quartiere, la nota di riepilogo dei punti principali e un piccolo omaggio natalizio. In cambio, il Sindaco racconta, a favore di telecamere e giornalisti, di una comunità viva, ricca di idee e voglia di partecipare.
Caro sindaco…
Ma, a questo punto, finito il resoconto, mi piacerebbe poter aggiungere un’ultima nota rivolta idealmente proprio al Sindaco di Roma:
Caro Sindaco,
mi auguro che Lei e la sua giunta riusciate a mantenere l’impegno di incontrare, ogni venerdì, una comunità locale diversa. Uno sforzo poderoso che è, senz’altro, un’occasione per i cittadini di sentire ridotte le distanze tra loro e le istituzioni.
Questo sforzo merita, però, di essere affiancato al perseguimento di un altro obiettivo e, cioè, rendersi parte diligente nel garantire strumenti e procedure che consentano alla cittadinanza organizzata di prendere parte alla individuazione di politiche e provvedimenti che la riguardano; nello spirito di quanto previsto dalla normativa in tema di co-programmazione e co-progettazione e di amministrazione condivisa.
È così che davvero potranno essere ridotte le distanze tra Amministrazioni e territorio.
Articolo di Francesca Amadori, pubblicato sulla rivista online di CSV Lazio “Reti Solidali”