CSV Lazio e ANCI Lazio: costruire sinergie tra PA e volontariato
Con Riccardo Varone, sindaco di Monterotondo e presidente di Anci Lazio dal 2019, si chiude il primo ciclo di approfondimenti proposti da Reti Solidali in vista del rinnovo delle cariche del CSV Lazio. Attraverso una serie di interviste ai protagonisti in campo e ai principali portatori di interesse, abbiamo cercato di fare il quadro di cosa sia oggi il CSV Lazio e di quali siano i principali assi strategici della sua azione, le prospettive future, i punti di forza e le criticità.
In questa prima fase, abbiamo preso avvio dai due presidenti dell’unificazione, Renzo Razzano e Paola Capoleva; abbiamo allargato lo sguardo al sistema nazionale CSV con la presidente CSVnet Chiara Tommasini; aperto un focus sulla collaborazione sui territori con la presidente della Conferenza regionale del volontariato del Lazio Lorena Micheli; ragionato con e sul rapporto tra CSV e fondazioni insieme a Roberto Giusti, già dirigente Acri, vice presidente del Comitato di Gestione del Lazio e coordinatore operativo della Consulta nazionale dei Coge.
A Riccardo Varone abbiamo chiesto come si è dipanata la collaborazione fra CSV Lazio e Anci Lazio, quali ne sono le prospettive di sviluppo e come agevolare i processi di co-programmazione e co-progettazione sanciti dal Codice del Terzo Settore.
Presidente, da quale impulso è nata la collaborazione con il CSV Lazio?
«Dall’esigenza di strutturare insieme un rapporto con la società civile e soprattutto con il volontariato organizzato. Da questo punto di vista l’Anci Lazio è sempre stata sensibile e ha cercato come partner anche il CSV Lazio, soprattutto per quanto riguarda la definizione condivisa di un progetto sistematico in relazione al Servizio Civile Universale».
Fra il CSV Lazio e Anci Lazio è stato firmato un protocollo d’intesa che tocca vari ambiti. Uno dei punti è favorire sinergie tra le associazioni di volontariato e le amministrazioni comunali anche attraverso le forme di co-programmazione e co-progettazione previste dal Codice del Terzo Settore. Qui le amministrazioni locali giocheranno sempre di più un ruolo cruciale nel collaborare con gli Enti del Terzo Settore e i volontari dei territori. I comuni e le istituzioni sono pronti?
«I comuni e le istituzioni non sempre sono pronti. Dobbiamo agire con un’attività formativa piuttosto importante all’interno della quale noi, come rappresentanti dei Comuni, e il CSV Lazio e se possibile anche la Regione, riusciamo a mettere insieme un sistema di relazione tra i mondi dell’amministrazione pubblica e quello del volontariato. Riteniamo importante il dialogo tra queste due realtà per trovare le giuste soluzioni».
A suo parere, quale compito deve assumere il CSV Lazio di fronte a queste novità? Come può sostenere la partecipazione delle associazioni di volontariato ai tavoli di co-programmazione e co-progettazione attivati dagli Enti Locali?
«Il CSV Lazio deve fare con noi un percorso all’interno del quale prevedere di realizzare insieme un’attività di coinvolgimento sia delle realtà di volontariato, sia dei Comuni e soprattutto dei distretti socio-sanitari, ai quali insieme dobbiamo raccontare il modo di fare sinergia tra volontariato e pubblica amministrazione, specialmente quella locale».
Dal suo punto di vista qual è il ruolo degli Enti del Terzo Settore e dei volontari in una comunità locale?
«È ovviamente un ruolo importante e indispensabile. Non tutto quello che può essere aiuto, capacità e sensibilità di riconoscere i momenti di bisogno può passare attraverso la mano pubblica. Ci sono molte situazioni nelle quali il volontariato arriva prima rispetto alla pubblica amministrazione ed è anche più pervasivo. È questo il luogo all’interno del quale bisogna mettere in piedi una collaborazione tra Terzo Settore e comunità locali».
In che modo è possibile sviluppare la collaborazione di Anci Lazio con il Centro di Servizio?
«Abbiamo stipulato un protocollo d’intesa e all’interno di questo, anche grazie all’impegno delle nostre delegate Martina Domenica e Lina Novelli, occorre fare un lavoro estremamente attento di formazione, a livello di volontariato, ma anche a livello di amministrazioni locali».
Articolo di Fabrizia Bagozzi su “Reti Solidali“