Antonio Felice Fargnoli: superare gli attuali limiti della co progettazione
Antonio Felice Fargnoli, 52 anni ad agosto, si presenta con il ruolo di presidente dell’Associazione Genitori “Pio Di Meo” – A.Ge. Cassino, che guida dal 2013, e di segretario dal 2019 dell’A.Ge. nazionale. In precedenza, dal 2014 al 2017, era stato vicepresidente dell’A.Ge. Lazio e vicepresidente vicario dell’associazione italiana dal 2016 al 2019, oltre che componente del Collegio Garanti CSV Lazio per questo triennio. «Come volontari A.Ge. Cassino promuoviamo progetti di sostegno alle politiche familiari e giovanili, all’inclusione e alla coesione sociale, alla prevenzione del disagio e alla tutela della salute. Ci impegniamo con bambini e ragazzi in progetti di crescita, orientamento personale, prevenzione e contrasto all’esclusione sociale, supportando mamme e papà nello sviluppo della “genitorialità sociale”, per divenire più consapevoli del ruolo educativo, capaci di collaborare tra loro e con le istituzioni, attraverso una partecipazione costruttiva, maggiore senso civico e di comunità», spiega Fargnoli, che circa 20 anni fa ha lavorato «presso l’Amministrazione provinciale di Frosinone, occupandomi di progettazione sociale nell’ambito dell’immigrazione, quando i flussi cominciavano ad aumentare. Ho imparato l’apertura al territorio e l’analisi dei bisogni, la chiave per realizzare iniziative che le persone possano condividere. Ho compreso quanto sia importante lavorare sull’empowerment all’interno delle associazioni: una piccola associazione, con un finanziamento adeguato, può fare un salto di qualità importante», sottolinea.
Continuano gli approfondimenti in vista del rinnovo delle cariche del CSV Lazio. In una prima fase, a partire dai presidenti dell’unificazione e attraverso i pareri e le opinioni dei principali stakeholder del CSV, abbiamo voluto dare il quadro di cosa sia oggi il CSV Lazio e quali siano i principali assi strategici della sua azione, le prospettive future, i punti di forza e le criticità. Con Antonio Felice Fargnoli prosegue la serie di contributi dedicata ai candidati al nuovo Direttivo CSV Lazio.
La sua esperienza in ambito associativo cosa le ha insegnato?
«Il terzo settore può muoversi in maniera più fluida rispetto alle istituzioni, può intercettare i bisogni del territorio e integrare i servizi pubblici. Tutto va a incidere sullo sviluppo locale del territorio: le reti delle associazioni sono riuscite ad arrivare dove i singoli non sono riusciti. Ma i servizi pubblici non sono ancora preparati all’ascolto delle associazioni, invece sarebbe fondamentale una co-progettazione».
In che modo?
«La mia filosofia? L’associazione coglie un bisogno e l’impegno civico dà alle persone un modo per rimettersi in gioco. Molti progetti di servizio civile ci danno una grande mano in questo senso. Un esempio? Abbiamo portato avanti con A.Ge. Cassino un importante progetto di contrasto alla povertà educativa nelle scuole: piccole gocce di comunità educante, grazie al grande valore del tempo non retribuito. La difficoltà è che da parte di scuole, Comuni, Asl non si fa in modo che ci sia una continuità dei percorsi».
Quale esperienza ha avuto del Centro di servizio del Lazio negli ultimi anni?
«Quando ho iniziato questo percorso nel terzo settore, come vicepresidente dell’A.Ge. Cassino, ho ricevuto un grande contributo dalla Casa del volontariato di Frosinone con la formazione sul cambio delle normative e sul fronte amministrativo, della progettazione. Bisogna insistere sulla formazione: occorre prepararsi, non tralasciare nulla. Un ambito da incrementare, perché il CSV è la prima rete sul territorio. Più si riesce a lavorare in maniera qualitativa, più si costruisce».
Che opinione ha del CSV Lazio, sia in quanto utente dei servizi sia in quanto osservatore e partecipante agli orientamenti politici e organizzativi?
«A livello territoriale e del Lazio ho trovato sempre persone esperte, competenti e disponibili a supportarmi su ogni aspetto. L’interazione è fondamentale. La difficoltà a lavorare sui territori può essere migliorata dall’alto: le Linee guida regionali ci sono. Il CSV ha lavorato perché il terzo settore sia più presente. La riforma del terzo settore è una grande opportunità, ma al tempo stesso un uragano sull’associazionismo: mantenere la rotta è fondamentale, la rappresentanza politica si lega alla presenza sui territori. Ci sono tante battaglie da fare a tutti i livelli, il percorso è ancora arduo. Quindi la capacità politica e organizzativa del CSV Lazio diventa determinante».
Perché ha deciso di candidarsi?
«Le mie esperienze dirette con le associazioni locali mi hanno permesso di costruire un bagaglio di conoscenze che posso mettere a servizio dei bisogni di famiglie, giovani e minori con povertà educativa, malati, persone con disabilità, per provare a incidere positivamente».
Quali questioni ritiene prioritarie per il CSV nei prossimi anni?
«Secondo me le questioni sono tre: il rafforzamento delle reti territoriali per avere maggiore interlocuzioni con le amministrazioni locali, il superamento dei limiti attuali della co progettazione facendo rispettare le linee guida dagli enti preposti (visto che con il Pnrr arriveranno fondi da investire), l’impegno perché la riforma del terzo settore possa essere completata. Riuscire a incidere su questi tre punti potrebbe essere un salto importante».
Ha un documento da proporre?
«La mia esperienza più importante sul territorio è quella del laboratorio Teu promossa e supportata dal CSV Lazio nella provincia di Frosinone: una rete di organizzazioni di volontariato ha attivato un laboratorio di co progettazione partecipata dal basso per affrontare in modo innovativo la nuova programmazione europea 2014-2020. Qui si può leggere il manifesto Comunità accoglienti, solidali ed inclusive sono alla base dello sviluppo locale».
Rimandiamo alle interviste a: Paola Capoleva e Renzo Razzano; Chiara Tommasini; Lorena Micheli; Roberto Giusti; Riccardo Varone.
Le interviste agli altri candidati: Carla Messano, Carlo Quattrocchi , Andreina Ciogli, Danilo Chirico, Vincenzo Carlini, Maurizio Vannini, Roberto Rosati, Sandro Libianchi, Raffaele Castaldo, Sergio Cervo, Giulio Russo, Tiziana Latini.
Articolo di Laura Badaracchi su “Reti Solidali“